Che si tratti di arte, cultura o patrimonio, le tradizioni e leggende sono una parte importante del passato e del presente di Bled.
L’isola di Bled è l’unica isola naturale della Slovenia. Oggi l’elemento distintivo dell’isola è la Chiesa della Madonna sul lago, ma secondo i ritrovamenti archeologici, vi sorgeva un tempio risalente all’Alto Medioevo e dedicato a Živa, la dea pagana della vita e della fertilità.
L’attuale aspetto barocco della chiesa risale al secolo XVII quando furono costruite la Cappella della Madonna e l’enorme scalinata formata da 99 gradini in pietra. Ancor oggi vige l’antica usanza secondo la quale lo sposo deve portare la sposa in braccio per tutti i 99 scalini se la desidera sposare nella chiesa sul lago.
L’isola è legata a molte altre leggende. Una di queste è descritta nel capolavoro intitolato Il Battesimo presso la Savica del poeta sloveno France Prešeren. La leggenda narra che sull’isola sorgeva un tempio dedicato a Živa, la dea slava dell’amore, e protetto dal sacerdote Staroslav e da sua figlia Bogomila. Quando Črtomir, l’eroico leader degli slavi pagani, visitò l’isola, lui e Bogomila si innamorarono. Temendo per la vita di Črtomir, Bogomila si convertì al cristianesimo. Il poema si conclude con la sconfitta degli slavi pagani che in seguito si convertirono al cristianesimo, compreso il loro leader Črtomir che fu battezzato alla cascata di Savica.
Un’altra leggenda narra che una volta c’era una vedova in lutto che viveva nel castello di Bled. Dopo la prematura morte del marito che era stato ucciso dai briganti, era così inconsolabile mise insieme tutto il suo oro e argento e fece fondere una piccola campana che avrebbe suonato in memoria del marito.
Ma la campana non arrivò mai a destinazione. Una violenta tempesta la fece affondare con il battello sul fondo del lago. Ancora oggi, nelle notti chiare, la campana si fa sentire dalla profondità del lago. Dopo questo incidente, la disperata vedova vendette tutto il suo patrimonio ed entrò in un convento romano, dove visse devotamente fino alla morte. In seguito il papa consacrò una nuova campana e la fece arrivare sull’isola di Bled. A chi suona questa campana tre volte e comunica il suo desiderio, lo vede realizzarsi.
Al giorno d’oggi, l’isola è una popolare location per matrimoni. È possibile celebrare matrimoni cattolici, protestanti o anche civili nella chiesa dell’isola.
Secondo la tradizione non hai visitato Bled fino a quando non hai raggiunto l’isola con la tipica imbarcazione di Bled, la pletna. Le origini di questa iconica imbarcazione in legno a fondo piatto risalgono al 1590 e oggi la pletna è manovrata solo dal barcaiolo (in sloveno pletnar). Il nome pletna deriverebbe dalla parola tedesca platteboot che indica una »barca dal fondo completamente piatto«. È stato progettato in modo simile alla gondola veneziana ma con la prua appuntita e un baldacchino.
I diritti di proprietà delle pletne vennero concessi durante il regno di Maria Teresa e conferiti a 19 famiglie, che vivevano nell’insediamento di Mlino (vicino a Vila Alpina). Da allora, il l’incarico si tramanda di padre in figlio, perciò il mestiere di barcaiolo viene esercitato per più secoli da membri della stessa famiglia.
Il mestiere del barcolaio non è l’unica tradizione a Bled che si tramanda di padre in figlio. Durante la tua visita probabilmente incontrerai carrozze scoperte conosciute come fijakerji. Inizialmente usate per il trasporto del pellegrini, dopo la costruzione della ferrovia hanno acquisito la funzione di taxi per il trasporto dei passeggeri dalla stazione alle rispettive destinazioni a Bled.
Similmente a quello del barcolaio, il mestiere di fiaccheraio si tramanda di padre in figlio. I soci dell’Associazione dei fiaccherai di Bled si prodigano di tenere in vita le loro tradizioni, inclusa l’uniforme. I fiaccherai sono vestiti di una giacca, pantaloni e cappello neri, una camicia bianca, un panciotto ricamato a garofani, un simbolo tipico della regione della Gorenjska, e le coperte bordeaux si riconoscono da lontano.
L’apicoltura è un’attività agricola tipica con una lunga tradizione alle spalle. Slovenians are such enthusiasts that more than 10,000 inhabitants, i.e. one in 200, are engaged in this activity. In Slovenia, una persona su 200 è apicoltore.
Pertanto, non sorprende affatto che la Slovenia possieda il proprio Museo dell’apicoltura a Radovljica e che gli apicoltori sloveni siano ben organizzati nell’ambito dell’Associazione degli apicoltori sloveni.
L’apicoltura è diventata nota nel modno anche grazie all’aspetto peculiare delle tavelle dipinte apposte come decorazione sulla parte anteriore delle arnie chiudendone l’accesso. Sono nate dalla consapevolezza e dalla fantasia popolare durante la metà del XVIII secolo e raffiguranoi temi tratti da fiabe e leggende e dalla vita quotidiana dei contadini.
La Slovenia vanta anche dell’ape carnica, una sottospecie d’ape autoctona slovena. Si tratta di un’ape operosa, tranquilla, modesta, con un eccellente senso dell’orientamento. Questa specie di api è la seconda più diffusa al mondo ed è protetta come sottospecie autoctona in Slovenia.
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